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CreativaMente: laboratorio d'arte con disabili pschici


Opera di Aldo M.

Anno sperimentale 2007/2008 presso le SS.II.RR. della U.O.S.M del distretto 49, ASL NA 1


Il laboratorio creativo non verbale, individuale e di gruppo, ha posto come obiettivo il recupero della manualità per “progettare” e “costruire”, ovvero, “comunicare” il proprio mondo interiore, attraverso la manipolazione dell’argilla, il bricolage e l’uso espressivo del colore.

Tali attività laboratoriali creano momenti di aggregazione che possono alleviare la sofferenza del disagio psichico.


Per tale scopo, l’arte offre un terreno di incontro nel quale si mobilitano molteplici risorse, sperimentare nuovi linguaggi stimola la creatività, rinvigorisce l’autostima per la creazione di oggetti socialmente riconosciuti e rafforza i legami nel contesto del gruppo di lavoro, restituendo fiducia negli altri.

Il laboratorio

Durante i primi incontri, ciascun partecipante, attraverso l‘esplorazione degli strumenti messi a disposizione, ha manifestato interesse per attività specifiche.

Questo ha permesso di individuare la scelta dell’impegno per ognuno di loro, considerando le caratteristiche individuali, le inclinazioni e le abilità professionali.

È necessaria, però, una premessa al fine di comprendere la motivazione che ha condizionato i partecipanti verso la scelta dei materiali.

La spontaneità del gesto si identifica soprattutto attraverso l’uso del colore, medium ideale per realizzare opere estemporanee, senza pretesa alcuna di definire figure; è l’esperienza che ripete il gesto infantile, ossia lasciare la propria traccia sul foglio bianco, facendo fluire liberamente il pensiero attraverso il movimento delle mani, abbandonandosi alle infinite soluzioni tonali che le combinazioni dei colori creano.



La fisicità, invece, dell’impasto argilloso in taluni casi inibisce: la materia informe e compatta esige lo “sforzo” per modificare lo spazio. Infatti, molte volte plasmare l’argilla significa dover agire necessariamente con tocco deciso, "forte", per conferire quella delicatezza che nasce dall’equilibrio tra vuoto e pieno implicando un investimento energetico maggiore rispetto alla decorazione di un piccolo foglio o di una tela di dimensioni ridotte. Per questo motivo alcuni la escludono, preferendo la “leggerezza” del colore, altri sono infastiditi dal contatto con l’impasto umido e di colore grigio - associandolo a una sensazione angosciante - tipico dell’argilla ancora allo stadio crudo.

È indispensabile poter offrire diverse possibilità di approccio (manipolazione o decorazione, etc.), che possano soddisfare le preferenze personali.


Pittura e bricolage, hanno coinvolto soprattutto alcuni ospiti della S.I.R. di Supportico a Capodimonte: Francesca P., Anna P., Maria I., Patrizia R. e Mario R.;

Della S.I.R. di Vico Carrette: Francesca R. per la pittura e il bricolage, Mario B. per il disegno, Aldo M. per disegno e ceramica, Peppino P., prediligendo il contatto con la materia, ha realizzato più opere in ceramica, alternando momenti di pittura su carta; Davide B. ceramica e scritti vari.

Diversa la partecipazione di Vincenzo I. Nonostante fosse incuriosito dalle attività, Vincenzo ha partecipato come osservatore, intento a scoprire le tecniche dei manufatti che venivano costruiti. Ciò ha rappresentato per lui, comunque, un momento di evasione. Inoltre, la periodicità delle attività ha invogliato Vincenzo ad accogliere il gruppo offrendo del caffè da lui preparato. Unico lavoro realizzato da Vincenzo: un collage con carte e conchiglie.



Il coinvolgimento, quindi, non si è manifestato unicamente con la produzione di oggetti, in quanto anche solo l’osservazione dello svolgersi del lavoro altrui ha suscitato scambi di opinioni, approvazioni, critiche, momenti di ilarità, ecc.

È accaduto soprattutto mentre Peppino plasmava la sua prima scultura, incuriosendo tutti per le trasformazioni, quando piccole quantità di argilla sovrapposte lentamente creavano i volumi per definire i tratti di un volto.

Man mano che si procedeva cresceva il fermento creativo e ognuno riconosceva nel volto modellato un personaggio storico: da Mussolini a Giovanni Battista!

Dimostrare cosa poteva essere realizzato ha incoraggiato chi era titubante nel cimentarsi in un'avventura simile. Da qui, Aldo ha proceduto spontaneamente nel modellare piccole scenografie presepiali, rappresentate con maestria e con sensibilità profonda e rara, poi un autoritratto, dalla singolare interpretazione, disegnato con pastelli morbidi.



Anche Davide lentamente si è lasciato coinvolgere. Abbandonato l’atteggiamento scettico dei primi mesi – purtuttavia dimostrando piacere nel socializzare e nello scrivere - successivamente ha interagito con l’argilla. Da uno stampo in gesso raffigurante un sole, Davide ha realizzato diverse copie per le quali ha espresso verbalmente il piacere di ciò che stava facendo, perché non solo una "distrazione–occupazione che riduce il numero di sigarette fumate, ma finalmente qualcosa di concreto" - ha detto - sognando un possibile lavoro.

Con l’uso espressivo del colore, Anna, Mario B., Francesca R., Francesca P. , Patrizia e Maria hanno scoperto le possibilità cromatiche delle tempere acriliche e dei pastelli, realizzando suggestive ed eleganti composizioni astratte, talvolta integrando la tecnica del collage con carte a fantasia mista.

Gli elaborati rivelano straordinaria creatività e abilità, mettendo in luce sia conoscenze tecniche già consolidate (Mario B. Aldo M. Peppino P.), sia un'originale capacità interpretativa anche laddove manca una preparazione artistica.

Francesca ha realizzato quadri astratti dei quali affascinano le sfumature e le fusioni delle pennellate corpose.

Paola Z., ospite della Casa Famiglia di Vico Carrette, esclusasi dalla partecipazione al laboratorio, durante i primi mesi ha assunto un atteggiamento ostile nei confronti di un'attività che avrebbe previsto la “presenza” costante di molte persone; proprio nel luogo che rappresenta anche una parte del suo spazio abitativo.

Questo ha reso, talvolta, la convivenza conflittuale con gli ospiti che si avvicendavano agli incontri.

Nel tempo, il comportamento “ostile” di Paola si è stemperato, grazie al coinvolgimento indiretto che una attività di gruppo mobilita.

Il piacere di incontrarsi per condividere sorrisi e momenti creativi hanno alimentato il desiderio di una ritrovata armonia con noi operatori e gli ospiti delle SS.II.RR., nonché il voler “provare” a dipingere alcuni oggetti.


Per la conclusione del percorso intrapreso si è valutato un progetto di gruppo che potesse coinvolgere tutti. L’interazione fra i partecipanti e la distribuzione dei compiti per preparare ogni fase della lavorazione, più complessa e articolata delle precedenti, lo scopo.

Per il progetto sono stati realizzati due pannelli di ceramica: un mosaico e una composizione di piastrelle con decorazioni in rilievo, smaltate e dipinte (quest’ultima, interamente realizzata da Peppino).

Mario R. e Peppino pazientemente aggiungevano un tassello dopo l’altro per costruire il mosaico, mentre Davide ha collaborato per l’assemblaggio delle piastre, la preparazione della colla e, spontaneamente, ha realizzato manufatti anche durante i giorni in cui non veniva svolto il laboratorio con noi operatori.

Durante questo lavoro Peppino ha potuto esprimere anche competenze ritrovate, come decorare le cornici di legno dei due pannelli, che gli hanno portato alla memoria un'attività lavorativa svolta molti anni prima.

Fiducia conquistata quella di Paola che ha ceduto al “piacere dello stare insieme”, anche partecipando alla gioia del creare.

Grande soddisfazione, quindi, per questo ultimo impegno, non solo per la gradevolezza estetica delle opere, ma soprattutto per l’affiatamento e il coinvolgimento, al quale tutti auspicavamo.

Questo dimostra quanto la “concretezza” che prende forma in oggetti funzionali e gradevoli ricompensi l’impegno fisico e l’attesa per un lavoro a volte con tempi di realizzazione molto lunghi.


Conclusioni

Le prime difficoltà, scaturite dalla diffidenza per una nuova iniziativa, sono state superate con l’incrementarsi degli incontri, rivelando l’aspetto creativo, relazionale e motivazionale del laboratorio.

Inizialmente l’adesione agli incontri ha avuto una partecipazione maggiore di utenti, diminuita nel periodo di un anno. Causa l’impossibilità di alcuni ad accedere nella struttura dove è stata allestita la stanza per le attività.

Questo percorso dimostra quelle esigenze che nascono da priorità parallele tra loro: garantire l’occupazione del tempo e il reinserimento nella società, nonché rendere gradevole e accogliente l’ambiente in cui i sofferenti psichici trascorrono la maggior parte del tempo.

Basta ricordare gli sguardi piacevolmente sorpresi e il viso che si riempiva di generosi sorrisi, anche solo nel poter accedere in una stanza, sulle cui pareti vuote erano state affisse stampe ritrovate da vecchi calendari o gli stessi disegni realizzati dagli ospiti, orgogliosi, ovviamente, di mostrare il loro “saper fare”.

Tale esperienza dimostra gli “obiettivi raggiunti” nello spazio di un anno. È un piccolo contributo che sottolinea, quindi, gli “obiettivi raggiungibili” con una presenza “giornaliera di interventi”, affinché realmente gli “ospiti” delle SS.II.RR. possano essere considerati tali.

Autonomia e integrazione è la libertà a cui ognuno di essi anela per una vita “normale”.

Intraprendere un percorso, seppur con interventi non farmacologici, ma con strategie ludico-creative, finalizzate al recupero delle abilità che mirano all'appropriazione del tempo, diventa estremamente difficoltoso se, nella fase conoscitiva con gli utenti, non è stabilito il supporto di figure di riferimento della struttura. Esse, infatti, possono contribuire al coinvolgimento per le attività. Indispensabile la sinergia di più competenze per sollecitare un cambiamento che nel tempo possa divenire un comportamento spontaneo nella vita quotidiana, attraversata non solo da lunghi silenzi, ma anche dallo “spirito creativo”, dal “sorriso” e dalle “relazioni”.

Per questo progetto, l’approccio conoscitivo con gli utenti è stato agevolato dalla collaborazione dell'assistente sociale Dott.ssa Titta Musto, mentre volenterosi tirocinanti come Ester Di Biaso, Silvana Carfora e Nicoletta Casillo hanno dato un notevole contributo per lo svolgimento delle attività; presente in alcuni incontri la volontaria del servizio civile Laura Miele.

Anno sperimentale 2007/2008 presso le SS.II.RR. della U.O.S.M del distretto 49, ASL NA 1.

Silvana Verduci


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